Appalto: genuinità e uso di strumenti informatici e digitali

Appalto: genuinità e uso di strumenti informatici e digitali

Appalto: genuinità e uso di strumenti informatici e digitali – In tema di genuinità del contratto d’appalto e di ricerca degli elementi da cui dedurre l’esistenza di un vincolo di subordinazione sostanziale tra gli operatori dell’appaltatrice e la committente, la giurisprudenza è in continuo aggiornamento.

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Genuinità e uso di strumenti informatici e digitali

In tema di genuinità del contratto d’appalto e di ricerca degli elementi da cui dedurre l’esistenza di un vincolo di subordinazione sostanziale tra gli operatori dell’appaltatrice e la committente, la giurisprudenza è in continuo aggiornamento, conseguente anche alle continue nuove possibilità che la pervasiva digitalizzazione delle singole operazioni lavorative impone.

In materia, è degna di nota la sentenza n. 550 del 16/09/2019, che si sforza di offrire un aggiornamento in tal senso.

Mentre è infatti noto come le usuali forme di potere direzionale e di controllo possano indirizzare l’indagine del giudicante, è in divenire l’analisi della qualità dell’incidenza degli strumenti digitali, i quali offrono ulteriori potenzialità.

La Corte, in particolare, ha affermato che, nello specifico caso dell’attività della movimentazione delle merci, la comunicazione su dove posizionare la merce, indirizzata al personale dell’appaltatrice a mezzo cuffie e lettori ottici di proprietà della committente, presupponeva – stanti tali modalità – un potere di controllo incompatibili con la natura dell’appalto e indicativi dell’eterodirezione, anche in presenza di personale dell’appaltatrice che, in loco, verificava l’attività lavorativa.