COVID-19 e contratti di fornitura o appalto. Come comportarsi?
COVID-19 e contratti di fornitura o appalto. Come comportarsi?
Tra le misure adottate dal Governo con il D.L. “Cura Italia” (D.L. n. 18/2020) nulla figura in merito ai contratti di fornitura o appalto colpiti dalle restrizioni, i quali rimangono, per così dire, in un limbo che – allo stato – terminerà solo con la ripresa delle attività.
È noto che le restrizioni in essere determinano lo stop forzato di molte attività lavorative, dei tipi più svariati, che implichino o meno un’apertura al pubblico.
Si pone quindi il problema di come intervenire a fronte di possibili risoluzioni contrattuali promosse dal committente, che potrebbero verificarsi ove questi, impossibilitato all’attività lavorativa o all’apertura, ritenesse di doversi disfare di un contratto in essere (per esempio: servizi di pulizie, o assistenza per attività d’ufficio o altro).
Ebbene, in assenza di interventi e di indirizzi in questi ambiti – piuttosto comprensibili, dato l’ambito del tutto privatistico della materia – appare opportuno valutare se procedere di propria sponte (o insieme alla controparte contrattuale) per rinegoziare il contratto o, addirittura, per tranquillizzare sulla pacifica sospensione dell’esecuzione del medesimo.
Sembra banale, ma può essere utile sia a mantenere vivo il rapporto con il committente che a contenere un effetto di “ripensamento” che il fermo dell’attività potrebbe favorire.